I Dieci Comandamenti di Dio e Il Padre Nostro

Il primo Comandamento: IO SONO IL SIGNORE DIO TUO! NON AVRAI ALTRO DIO FUORI DI ME!

CHIUNQUE LEGGA bene queste parole, si accorgerà che esse implicano un giudizio verso i molti che non osservano questo Comandamento, il più importante di tutti.

« Non avrai altro Dio! »

Quanti sono quelli che considerano queste parole con leggerezza, trascurandone il profondo significato! Considerano idolatri, generalmente, soltanto coloro che si prosternano davanti a immagini scolpite in legno, ognuna delle quali rappresenta una particolare divinità; pensano forse anche agli adoratori del diavolo e a traviati del genere, nel migliore dei casi con sentimento di compassione, ma a se stessi non pensano mai.

Osservatevi, esaminatevi: non sareste per caso anche voi del numero degli adoratori di idoli?

Uno ha un figlio: gli è tanto caro da affrontare per lui qualunque sacrificio, trascurando tutto il resto; un altro aspira soltanto a godere gioie della terra: anche con la migliore volontà, qualora ne fosse richiesto, non sarebbe capace di rinunciare ad esse per altra cosa, pur avendo libertà di scelta; c'è chi ama il denaro, chi l’esercizio del potere, chi una donna, chi gli onori; ma, in sostanza, costoro non amano che se stessi.

Non è questa idolatria nel vero senso della parola? Contro di essa ci mette in guardia il primo Comandamento e la proibisce. Guai a colui che non lo segue alla lettera!

Un immediato castigo colpisce il trasgressore: egli resterà sempre legato alla terra dopo il trapasso nel regno della materia sottile. In realtà egli stesso formò tale legame mediante il suo attaccamento a quanto è della terra. Tale legame lo trattiene dall’ascensione ulteriore, gli fa perdere il tempo concesso per essa ed egli corre il rischio di non trapassare al momento giusto dal regno della materia sottile a quello luminoso degli spiriti liberi.

Allora sarà travolto nello sfacelo inevitabile del mondo materiale, momento necessario per la purificazione della materia, poiché non vi è altro mezzo per essa al suo risorgere e al suo riformarsi. Ma per l’anima umana ciò significa morte spirituale del suo ego cosciente, annientamento per l’eternità della sua forma e del suo nome.

La perfetta osservanza del primo Comandamento deve preservarvi da questa terribile sorte. Questo è il Comandamento capitale, tanto necessario per l'umanità, poiché l'essere umano con estrema facilità tende a seguire un’inclinazione, di qualunque specie ella sia, che infine lo rende schiavo, diventando per lui «vitello d’oro », l’idolo che egli pone alla pari e, talvolta, anche al di sopra del suo Dio.

E infinite, purtroppo, sono le « inclinazioni » che l’uomo si crea per abbandonarsi poi ad esse con grande incoscienza. Dobbiamo intendere per « inclinazione » la predilezione per qualunque cosa terrena. Ho prodotto alcuni esempi, ma essi sono infiniti.

Colui che si abbandona a un’inclinazione « è legato » nel vero senso della parola; legato alla terra nel momento in cui giunge all’al di là per il suo sviluppo ulteriore. Non è facile per lui liberarsi: è impedito, è trattenuto. Quel legame, potremmo dire, è grave per lui come una specie di maledizione; né qui vale la scelta dell'espressione: questo è il fatto.

Se invece l’uomo, durante la sua vita terrena, pone Dio sopra tutto, non solo nell’immaginazione, nelle parole, ma nella sua coscienza spirituale, cioè in verità e sincerità, con amore tutto venerazione, atto a legarlo a Dio come per «inclinazione », allora, quando sia giunto nell’al di là, tenderà subito, in grazia di tale legame, verso l’alto. Poiché egli reca con sé adorazione e amore di Dio, sostegno e guida al Paradiso, dimora degli spiriti puri, mondi di ogni peccato ; ove tutto aspira alla Verità radiosa di Dio.

Curate dunque la rigida osservanza di questo Comandamento e sarete in tal modo preservati da molti, legami nefasti.